I PARERI DEI COLLEGHI
Si ringrazia Maria Antonietta per aver raccolto per noi queste "pillole" tratte da interviste che i vari colleghi di Tenco hanno rilasciato a proposito della figura e della professionalità di Luigi.
Sergio Endrigo
"Luigi voleva a tutti i costi fare della poesia, sia pure in chiave canzonettistica. Ed aveva ragione. In molti altri paesi la canzone non è quello schifo che è da noi. Un vecchietto che era nel mio albergo commentava l'accaduto: "Si capiva subito che era matto. Basta leggere il testo della sua canzone". Questo spiega tutto. Secondo me, la canzone di Luigi era il più bel testo che ci fosse quest'anno a Sanremo. Ma di persone come quel vecchietto in Italia, ce ne sono ancora troppe"
Gian Pieretti
"Penso che Tenco sia stato uno dei primi a fare il genere che tutti noi cerchiamo di fare adesso, e soprattutto l'unico che l'abbia fatto convinto. È il solo che sia riuscito a esprimere quello che aveva dentro. E, nonostante qualcuno sostenga il contrario, le sue migliori canzoni sono, secondo me, proprio quelle più impegnate. Per quanto riguarda l'accaduto, è la cosa più triste che ci sia mai successa. Non riesco a dire di più"
Ricky Gianco
"Al principio Tenco scriveva sui temi diversi da quelli di oggi. Parlava dell'amore, come ai tempi di Quando. Poi ha cominciato ad allargare il suo campo, a trattare tutti i problemi della vita di oggi. Ma è sempre stato coerente con se stesso. Anche se i suoi temi sono cambiati, la sua linea di base è sempre stata la stessa. Non avrebbe mai cambiato, anche a costo di fare la fame. È stato uno dei nostri autori più importanti. Penso che quelli che non lo hanno conosciuto non potranno mai capire quello che ha fatto"
Giorgio Gaber
"Luigi ha scritto delle canzoni bellissime, delle canzoni d'amore ottime, nelle quali lui stranamente non credeva. E forse sono le cose migliori che abbia fatto. Ha sempre cercato però di fare qualcosa di diverso e la sua canzone di Sanremo è la più vicina al genere che lui voleva fare. Direi che Luigi aveva finalmente trovato la strada che cercava da anni. Personalmente preferisco le sue canzoni d'amore"
Domenico Modugno
"L'errore di Tenco, che ha scritto alcune bellissime canzoni, è stato di aver preso la musica leggera troppo seriamente. In fondo si tratta sempre di canzonette. Da fare seriamente nel senso professionale, ma da non considerare più di una moda. Le canzoni non vanno prese con tanta serietà. È più importante la vita. A me interessa più una mattina di sole, un fiore, l'amore che non le canzoni"
Nico Fidenco
"Tenco è sempre stato un autore molto valido. Forse non ha incontrato molto spesso il favore del grosso pubblico perché le sue canzoni sono state tutt'altro che facili da capire. Il pubblico italiano, purtroppo, non ama le canzoni impegnate. Se si fosse trovato in Francia, per esempio, le cose sarebbero andate in modo diverso. Da noi invece Tenco ha trovato mille difficoltà pur avendo fatto sempre canzoni bellissime"
Caterina Caselli
"Era uno dei pochi cantautori che dicessero qualcosa di vero. Ed era soprattutto sincero, al contrario di tanti altri falsi protestatori che oggi spuntano fuori a migliaia. Tenco diceva soltanto quello che pensava veramente. Che abbia avuto più successo con le canzoni d'amore, che lui considerava una parte secondaria della sua produzione, gli ha sempre dato fastidio"
Umberto Bindi
"Tenco era una delle poche voci vere della musica leggera italiana: un uomo che scriveva sinceramente le sue canzoni. Ha dato una lezione a tutti noi: ci ha insegnato che bisogna scrivere soltanto seguendo la propria ispirazione. Dovremmo riascoltare tutti le sue canzoni e farle riascoltare dal pubblico, che non sempre lo ha capito"
Tony Del Monaco
"Era capace di fare della vera poesia con testi semplicissimi, senza ricorrere a frasi troppo difficili, troppo ricercate. 'Mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare' è una delle sue cose più belle e allo stesso tempo più semplici. E sono sempre stato con lui, quando si è trattato di protestare contro i protestatori. Tenco era l'unico che riuscisse a scrivere delle canzoni di protesta nel nostro paese, al contrario di tutti gli altri che sono stati capaci solo di copiare quello che si fa all'estero"
Giulio Rapetti (Mogol)
"Tenco aveva un posto ben preciso nella canzone italiana, invidiato da moltissimi. Le sue canzoni erano molto belle, studiate, personalissime. Non riesco a capire perché si sia comportato così. Era stimato da tutti. Forse non vendeva le quattrocentomila copie che sognava di vendere ogni volta, ma era un autore eccellente, le sue canzoni erano eseguite dovunque; anche quelle che non avevano molto successo di pubblico"
Ricky Maiocchi
"Luigi era un puro, aveva delle idee ben chiare e ci credeva fermamente. Al di fuori della canzone, per lui non esisteva niente altro. Ha passato anni ed anni alla ricerca del modo migliore per entrare in contatto con il pubblico. Se qualche volta non c'è riuscito è stato solo perché ha scritto cose troppo difficili, ma non per questo meno valide delle altre"
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