DONATELLA TURRI

LUIGI TENCO E DONATELLA TURRI (Nella foto: Luigi Tenco, Donatella Turri e Luciani Salce al cinema Astor di Milano per la presentazione del film "La cuccagna")

In questa pagina riportiamo le uniche due dichiarazioni che siamo riusciti a trovare di Donatella Turri a proposito di Luigi Tenco. Il primo articolo uscì all'indomani della pubblicazione delle foto del cadavere sul settimanale "Oggi". Il secondo fu la smentita ad alcune errate affermazioni che le sarebbero state attribuite nella prima intervista:

Da "Il Secolo XIX, mercoledì 16 febbraio 1994.

A 26 anni dalla morte del cantautore una donna, allora fidanzata con lui, rivela

"Luigi Tenco è stato ammazzato"

"Amava la vita. Non era tipo da uccidersi per una canzone". Un settimanale ha rivelato particolari inediti e misteriosi su quella tragica notte. E la donna ha deciso di rivelare i suoi dubbi sul suicidio dell'uomo che amava.

Milano - "Luigi era pessimista, ma non si sarebbe mai suicidato. Lui amava combattere... contro tutto".
Donatella Turri è una bella signora che ha passato da poco la quarantina. Dalla sua casa del centro di Milano lancia la sua verità sulla morte di Luigi Tenco, il cantautore genovese ucciso da un colpo di pistola nella sua camera d'albergo durante il festival di Sanremo del 1967.
Sono passati quasi trent'anni da quando la donna frequentava - in quella che le cronache rosa di allora definivano una affettuosa amicizia - il cantautore. Ma, ora che un settimanale ha rivelato particolari finora inediti - il cadavere del cantautore portato prima all'obitorio e quindi riportato nella stessa camera d'albergo del Savoy di Sanremo e rimesso nella stessa posizione soltanto per poter essere fotografato - su quella notte maledetta in cui Tenco morì, si sente legittimata ad esprimere dubbi che ha sempre nutrito sulla versione ufficiale, che parla di suicidio.
"Quel giorno - racconta Donatella Turri - io avrei dovuto essere a Sanremo. Non c'ero andata solo perché proprio la notte precedente aveva cominciato a spuntarmi il dente del giudizio, e quindi avevo una guancia gonfia. Avevo sentito Luigi per telefono. Era, sì, teso come al solito per via del fatto che affrontare il pubblico lo emozionava sempre molto. Ma per il resto era normale. Anzi, aveva appena finito di discutere con quelli della sua casa discografica un'altra discussione animata come al solito. Nulla poteva presagire che potesse spararsi... Anzi è proprio difficile che uno come lui potesse pensare una cosa simile, per quale ragione poi!".
Già, per quale ragione? Donatella Turri, che allora non aveva neppure vent'anni e faceva l'attrice - è lei la bella ragazza bruna che nel film "La cuccagna" di Luciano Salce s'innamora del cantautore che interpreta se stesso - non crede sia davvero stato Tenco a scrivere il biglietto trovato accanto al cadavere un messaggio delirante nel quale il cantautore asserisce che si toglieva la vita per protestare contro la giuria che bocciava la sua canzone per mandare in finale "Io tu e le rose".
"Una frase troppo stupida - dice Donatella Turri - per essere frutto della mente di un uomo così intelligente. Luigi non era capace di gestire commercialmente la sua arte - aveva un pessimo rapporto con il denaro - ma sapeva bene quello che faceva. Si dice anche che abbia sparato due colpi, uno si sarebbe conficcato nel muro. Ma anche questa mi sembrava una bugia. Lui odiava le armi, non ce lo vedo a premere il grilletto. E, anche se l'avesse fatto una volta escludo che abbiam potuto farlo di nuovo".
E allora, omicidio?
"Non so - continua Donatella Tutti - per quale motivo e chi avrebbe dovuto ucciderlo? Ci sono tanti misteri. A quell'epoca si disse anche che Luigi aveva preso qualche tipo di droga per darsi coraggio e salire sul palco con più grinta. Questo è possibile, ma è inverosimile che si sia suicidato".

Alberto Pastanella



Da "Il Secolo XIX, venerdì 18 febbraio 1994.

Suicidio Tenco - Donatella Turri

"Nono sono mai stata l'amante di Luigi"

Genova - "Il Secolo XIX ha scritto che ero la fidanzata o l'amante di Luigi Tenco. Non è vero. E non è neppure vero che all'epoca i giornali rosa parlavano del nostro rapporto in termini di amicizia. Io e Luigi Tenco avevamo rapporti professionali. E basta". Donatella Turri, attrice, tiene a precisare che la sua non è una smentita: "Non posso smentire una cosa che non corrisponde a verità".
Quarant'anni, protagonista con Tenco del film "La cuccagna" (diretto da Luciano Salce), aggiunge che il titolo apparso il 16 febbraio su "Il Secolo XIX" è forzato: "Avete scritto che Luigi Tenco è stato ammazzato tra virgolette, come se la frase l'avessi pronunciata io. Ma non è così: io ho sempre sostenuto che alcune cose di quella vicenda erano strane e non calzavano. Punto e basta. Il suicidio è un gesto che non apparteneva al carattere di Luigi. Siamo rimasti stupiti, tutti quanti, sapendo del fastidio che Luigi provava per le armi, ma sapevamo anche che non reggeva situazioni tipo Festival. Ma non per questo ho mai detto che lo abbiano ammazzato".
L'attrice aggiunge alcuni particolari sul suo rapporto con Tenco. "Luigi mi telefonava talvolta a Roma ma più per parlare con mia madre che con me. Io finivo sempre per litigare con lui: lui comunista convinto, io liberale altrettanto convinta. Con mia madre chiacchierava di più, lei era più paziente. Ma non era un depresso, tra l'altro in quel periodo le cose sembravano andargli bene: mi aveva chiamato per dirmi che era innamorato cotto di Dalida e che stavano per rinnovargli il contratto con la casa discografica".
Rivangando tra i ricordi la Turri ripete di non aver mai avanzato l'ipotesi dell'omicidio, "ma certo siamo rimasti perplessi per come hanno affrettato le cose quella serata. E ripeto: non era nello stile di Luigi". Le precisazioni della Turri non fugano i misteri che ancora circondano la morte del cantautore, genovese di adozione.


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