SANDRO CIOTTI

Tra i commenti del giorno dopo la tragedia, troviamo quello di Sandro Ciotti - qui disponibile in formato Real Audio - per i servizi radiofonici della Rai. Un Ciotti ancora sotto choc, che però già non crede che Tenco potesse essersi ammazzato per una canzone; egli fu il primo a mettere quindi in dubbio la versione ufficiale dei fatti, anche se ovviamente era troppo presto per dubitare circa la vera causa della morte di Tenco.
Un grazie a Claudia per averci fornito questa intervista.
- Questo Festival di Sanremo ha avuto una macchia triste. Ciotti?

- Sì, eccomi.

- Io so che tu eri amico, buon amico, di Luigi Tenco.

- Sì.

- Vorrei che tu ce lo ricordassi un attimo. E poi vorrei che ci dicessi se veramente, insomma, il valore di una canzone, se una canzone può valere una vita. Si è parlato di protesta, di tante cose. Il suicidio è una parola addirittura innominabile, che fa spavento, va bene? Si può arrivare a tanto, per il mondo della canzone?

- Io assolverei il mondo della canzone da quanto è accaduto. Per quanto c'è un mondo della provvisorietà, che costituisce una chiave indubbiamente importante, invadente. Un cantante intelligente si rende conto appena entra in questo ambiente che la provvisorietà è appunto il connotato forse più ricorrente del mondo della canzone. E tuttavia non ritengo che Tenco abbia fatto quello che ha fatto solo perchè ha perduto a Sanremo. Sarebbe una spiegazione prima di tutto troppo semplicistica e poi che offenderebbe l'intelligenza che senza dubbio Tenco aveva. C'è piuttosto da dire questo, che a prescindere dall'ambiente nel quale Luigi ha vissuto, lui ha cercato nel modo più sbagliato e più doloroso, più impietoso verso se stesso e gli altri, la strada per raggiungere la serenità che ha cercato invano per 29 anni.

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