Da "Teletutto" - febbraio 1973

"Mio figlio è ancora vivo grazie al ricordo di chi lo ha amato"

Servizio di Maurizio Cavatorta

Recco, febbraio

LUIGI TENCO CON LA MADRE "Ho sopportato una prova terribile, me ne rendo conto. Ma ormai mi sono fatta una ragione di tutto quanto è accaduto. Attorno a me si stringono ogni giorno moltissime persone, quasi tutte sconosciute, che mi sono di aiuto a continuare serenamente questa mia vita, mi fanno sentire Luigi ancora qui, al mio fianco, come se nulla fosse successo".
Così parla, sei anni dopo quel tragico 27 gennaio 1967, Teresa Tenco, la madre del giovane cantautore, la cui "protesta" contro un ambiente, quello della canzone, e contro un certo modo di intendere l'arte e la vita, ha avuto la più tragica delle conclusioni: il suicidio. Fu un gesto assurdo, sproporzionato alla realtà dei fatti? Difficile giudicare. Bisognerebbe sapere che cosa ebbe nel cuore Luigi quella terribile notte...

Teresa Tenco ora ha sessantasei anni, una salute cagionevole, ma una vitalità ed una forza d'animo eccezionali.
"Io sono molto religiosa", dichiara. "E nella fede, anche questa volta, ho trovato un immenso aiuto. Ho sempre pregato il Signore, quando il mio Luigi era ancora vivo, che me lo facesse uscire dall'ambiente della musica leggera. Dio ha permesso che ne uscisse in quel modo, contro la sua stessa legge. Ma oggi sono profondamente convinta che il Signore nella sua infinita misericordia gli ha perdonato e lo ha accolto a sé. Il mondo della canzone non era fatto per mio figlio e anche lui lo sapeva. Era il primo a capirne le contraddizioni, a individuarne e condannarne i compromessi. Non si sarebbe mai piegato: preferiva pagare sempre di persona".

Mamma Teresa vive ancora a Recco, nella stessa casa che Luigi aveva affittato per lavorare e studiare. Il posto si chiama La Torre e la costruzione, arroccata su una collina che domina il Golfo di Genova, è sorta sui ruderi di un vecchio fortino costruito nell'anno 1000. Ne conserva ancora le caratteristiche, mal camuffate da una fresca mano d'intonaco. Tutt'attorno ulivi e limoni che proiettano la loro quieta ombra verdeargento su una terrazza panoramica sul mare. Teresa Tenco vive al primo piano della torre: una camera da letto e una piccola cucina, attigua alla camera che era di suo figlio. Quella è rimasta com'era sei anni fa. Solo la chitarra, inguainata in un cellophane, comincia a coprirsi di polvere.

"Questa casa", continua mamma Teresa, "racchiude i ricordi più belli della mia vita. Fu Luigi a volerla. Appena la vide ne fu subito entusiasta e decise di affittarla. Siamo venuti subito ad abitarci; poi si è trasferito qui anche Valentino, l'altro mio figlio, con la moglie e due bambini. Adesso siamo affezionati a questa casa, tanto che stiamo pensando di comperarla. I proprietari abitano in America e credo che ormai la vogliano vendere...".

I ricordi felici di mamma Teresa risalgono a quando Luigi era in vita e passava qui le sue giornate, componendo canzoni, giocando col cane, studiando sulle dispense universitarie.
"Luigi era molto intelligente", ricorda la mamma. "E il suo più grande desiderio era quello di prendersi la laurea in ingegneria elettronica. In verità non so ancora spiegarmi come si sia trovato così invischiato nell'ambiente della musica leggera. Forse nemmeno lui saprebbe rispondere a questa domanda. Il fatto è, comunque, che noi, in famiglia, lo consideravamo sempre uno studente e cercavamo di indurlo a portare a termine gli studi".

"Luigi era molto attaccato alla famiglia?".
"Oh, sì, era affezionatissimo a me, a suo fratello, a Giuseppe e Patrizia, i suoi due nipotini. Non riusciva a restare a lungo lontano da casa. Cercava sempre di fare un salto da noi, anche quand'era pieno di impegni. Anche sul piano dell'affetto e del rispetto era un ragazzo d'oro. L'unica volta che non ci ha dato completamente retta è stato proprio a proposito della musica. Ma credo di aver capito perché continuava a comporre canzoni: credo che cercasse di raggiungere una sua indipendenza economica attraverso questa strada. Voleva guadagnare, insomma, non soltanto per sé, ma per tutta la famiglia. Dopo, avrebbe sicuramente ripreso gli studi...".

Mamma Teresa tace alcuni istanti, assorta nei suoi ricordi. Poi continua:
"Quando questa terribile sventura ci ha colpiti, abbiamo cercato di farci coraggio, di essere forti. Io, francamente, anche se ho sofferto molto, ho pianto poco: Luigi non avrebbe mai voluto darmi un dispiacere. Patrizia, la nipotina, che allora aveva sette anni, è rimasta invece sconvolta. Per ore e ore stava davanti al ritratto di Luigi e lo stringeva senza dire una parola. Per distrarla abbiamo dovuto comprarle un cagnolino, un cucciolo... Intanto attorno a noi si era strette molte persone che cercavano di portarci un po' di conforto. Parecchi erano amici, ma tanti altri erano sconosciuti. Ancora adesso continuo a ricevere una quantità di lettere, guardi...".

E così dicendo apre un cassetto del comò e mostra centinaia di messaggi di solidarietà, di simpatia, di affetto. "Molta gente viene ancora fin quassù a trovarmi, pensando forse di trovare qui la tomba di Luigi. Invece è sepolto a Ricaldone, nella tomba di famiglia". A Ricaldone, infatti, un paesino sperduto sulle alture di Alessandria, continua il pellegrinaggio alla tomba di Luigi. Tutti gli anni, il 27 gennaio, la chiesa si riempie per la messa di suffragio. Al parroco continuano ad arrivare lettere che chiedono di accendere un cero davanti alla lapide o di ricordare Luigi in una messa, accludendo, magari, mille lire o più come offerta. Davanti alla tomba di famiglia, quella degli Zoccola, i parenti materni, c'è sempre un mazzo di fiori freschi posato da qualche mano sconosciuta. È un continuo intrecciarsi di testimonianze di pietà, d'ammirazione, di rimpianto e di sincero dolore.

Anche se sono passati ormai sei anni, l'immagine di Luigi Tenco resiste ancora, bruciante, nella memoria di quanti lo hanno amato. Nel mondo della canzone è passato come una meteora, ma ha lasciato un segno difficilmente cancellabile. Le sue canzoni sono ormai popolarissime. Altri cantanti, da Ornella Vanoni a Dalida a Nicola di Bari, le hanno ripreso e con largo successo. I suoi dischi si vendono con ritmo crescente. Si pubblicano anche i suoi motivi rimasti nel cassetto. Prima di Natale è uscito un LP tutto di canzoni inedite intitolato: "Tenco canta Tenco, De Andrè Jannacci, Dylan".

Mamma Teresa raccoglie tutto, conserva tutto, ma non ha il coraggio di riascoltare le canzoni di suo figlio.
"Molti, venendo qui, mi chiedono di sentire un suo pezzo. Ma io non posso, mi farebbe troppo male, penso che non riuscirei a trattenere le lacrime. Se proprio insiste, preferisco lasciarlo solo, mi allontano...".

La casa di Luigi Tenco, librata tra cielo e mare, nella quiete ombra degli ulivi e dei limoni, è divenuto un luogo sacro alle care memorie, ai dolci ricordi. È il simbolo di una giovinezza troncata, di un sogno d'arte e di vita che solo in parte si realizzò. Ma una intera generazione, quella di Luigi, trova modo qui di riconoscersi e di meditare.

Maurizio Cavatorta

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