"LA CUCCAGNA"

(Nella foto a fianco: Donatella Turri e Luigi Tenco in una scena de "La Cuccagna". Nella foto a metà pagina: Tenco, Turri e Salce ad una premiazione del film).

LUIGI TENCO E DONATELLA TURRI NEL FILM LA CUCCAGNA Luigi Tenco, oltre ad essere stato un ottimo cantautore, e un apprezzato jazzista, ebbe anche una carriera cinematografica, con la quale stavano emergendo buone qualità d'attore.

Dopo aver avuto una occasionale esperienza come attore in un fotoromanzo per la Bolero Film, nel 1962 Tenco viene chiamato da Luciano Salce per il suo film "La Cuccagna", che narra la storia di due giovani che cercano di farsi strada nella vita, e si scontrano con le mille difficoltà di un mondo ostile, cinico e indifferente.

Questo film, scritto e diretto da Luciano Salce, con le musiche di Ennio Morricone e con una canzone dell'esordiente Fabrizio De Andrè (La ballata dell'eroe), addirittura venne "bollato" dalla censura con il divieto di visione ai minori di 14 anni!

Lui, Giuliano (Luigi Tenco), è un contestatore che anticipa il '68, arguto osservatore dei vizi e delle ipocrisie dell'Italia del cosiddetto "boom economico". E soprattutto, fatto incredibile per i benpensanti di allora, per la prima volta nel cinema italiano si parla di "obiezione di coscienza" (che allora era un reato, punito dal Codice Penale con la reclusione), perchè Giuliano non vuole partire per fare il soldato, e piuttosto minaccia di ammazzarsi (dopo la morte di Tenco, su questa battuta è stata fatta una incredibile speculazione, come se la sceneggiatura e i dialoghi li avesse scritti Tenco in persona per annunciare con 5 anni d'anticipo il suo suicidio). Un personaggio alla James Dean, insomma, al quale Tenco certamente si ispirò per raffinare la sua recitazione. Il ruolo di Giuliano, nel film è quello del Grillo Parlante, del Pigmalione che apre gli occhi a Rossella e la guida nell'aspra giungla della vita.

LUIGI TENCO, DONATELLA TURRI E LUCIANO SALCE Lei, Rossella (Donatella Turri), rappresenta una novità importante: per la prima volta si vede una giovane donna che non resta a casa, tra i fornelli della cucina, aspettando il grande amore con il corredo in preparazione. Il film invece mostra gli ostacoli insormontabili per una donna che cerca lavoro negli anni '60, in una società maschilista, e che si può imbattere in faccendieri, truffatori, pazzi visionari, molestatori dalla mano lunga.
E il ritorno a casa non era per lei di gran conforto: al posto dell'accogliente e confortante focolare domestico di Totò e Ave Ninchi, abbiamo davanti una famiglia della piccola borghesia benpensante, ipnotizzata dalla TV (novità tecnologica negli anni '60), dai Quiz di Mike Bongiorno e da Carosello, nella quale cresce anche un fratello che si scopre omosessuale (evento scandaloso per l'epoca!)

I due ragazzi, spinti dalla disperazione per i loro insuccessi nella vita, decidono di uccidersi protestando contro la società (altro particolare che ha spinto molti intellettuali a ritenere che Tenco aveva già deciso il suo destino ben 5 anni prima!), e scelgono di appostarsi dietro ad un bersaglio da esercitazione dell'esercito italiano: e qui lo spettatore può gustarsi una sagace presa in giro del militarismo, con lo stesso Salce che interpreta la macchietta di un generale che osserva le manovre dei suoi uomini dall'alto di un palchetto. Ma proprio quando i militari stanno per inziare a sparare, i due ragazzi si baciano, e decidono di mettersi in salvo scappando sotto le bombe, per poi iniziare insieme una nuova vita.

"La cuccagna" può insomma essere considerato un esempio commistione tra tardo "neo-realismo" e la cosiddetta "commedia all'italiana" allora imperante, condito da un garbato sorriso e da auto-ironia, caretteri tipici del personaggio Luciano Salce.


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