FABRIZIO DE ANDRÈ
(nella foto il Modern Jazz Group: De Andrè alla chitarra e Tenco il primo saxofono a sinistra)
Luigi dimostrò per Fabrizio, 2 anni più giovane di lui, un'amicizia speciale. E De Andrè, al contrario di altri, dopo la tragedia di Sanremo non dimenticò mai l'amico: gli dedicò una commovente canzone (Preghiera in Gennaio), e fino all'ultimo non perse occasione per manifestargli il suo grande affetto.
Fabrizio De Andrè e Tenco si conoscevano già dai tempi del Modern Jazz Group (1956/58) dove avevano militato entrambi, Fabrizio alla chitarra, e Luigi - presenza saltuaria - al sax.
Così De Andrè riferì a Luigi Viva quel primo incontro:
"A quel tempo ci conoscevamo appena, con lui le prove non le ho mai fatte; arrivava, suonava e subito dopo se ne andava"
La vera amicizia tra i due nacque nel 1960, quando arrivò il primo successo di Tenco con "Quando": De Andrè andava in giro affermando di essere lui l'autore della canzone. Un giorno, alla Cambusa di Piazza De Ferrari, Tenco lo affrontò. Così Gianfranco Reverberi racconta l'episodio a Luigi Viva:
"Mi ricordo quando Luigi, divertito, mi raccontò questa storia. Si conoscevano appena e gli era giunta voce che Fabrizio andava in giro dicendo che "Quando" l'aveva scritta lui. Luigi non ci pensò due volte e andò a cercarlo. Una sera finalmente lo incontra e gli fa:
- senti un po', sei tu che vai in giro dicendo che hai scritto "Quando"?
A questo punto pare che Fabrizio gli abbia risposto:
- guarda, ero con una donna alla quale piaceva "Quando". Ho detto che l'ho scritta io e me la sono fatta.
Al che Luigi, scoppiando a ridere:
- Beh! Se le cose stanno così..."
Nel giugno 1961, in occasione della prima "uscita" serale di Fabrizio De Andrè con colei che sarebbe diventata la sua prima moglie (Enrica Rignon) la coppia andò ad ascoltare l'orchestra di Luigi Tenco ai Bagni Tre Pini. A metà serata, Tenco invitò De Andrè ad esibirsi, così l'amico imbracciò la chitarra e cantò "La ballata del Michè" e "La ballata dell'eroe".
Quest'ultima canzone venne poi presa da Tenco per il film "La cuccagna". Si narra che Luigi arrivò a litigare persino con il regista Luciano Salce, per convincerlo ad inserirla nella colonna sonora del film. Poi telefonò a Fabrizio per chiedergli il permesso. Ecco cosa disse De Andrè a Luigi Viva:
"Più che cercare di aiutarmi mi stimava. Gli serviva una canzone e, mentre avrebbe potuto prendersela tranquillamente (una volta depositato un pezzo chiunque lo può utilizzare) fu così delicato da telefonarmi.
- Ti va se ti piglio "La ballata dell'eroe"?, disse.
- Ma figurati, Luigi, mi fa piacere."
Fu Tenco il primo a parlare pubblicamente di De Andrè come autore di canzoni. Durante una intervista concessa a Radio Montecarlo, Tenco arrivò a lamentare: "Anzichè trasmettere la solita musica, perchè non fate ascoltare le canzoni del mio amico Fabrizio?".
E in un'altra intervista, ad Herbert Pagani, mandata in onda sempre da Radio Montecarlo nel novembre 1966, disse:
- Ed ora sentiamo un cantante che ti piace.
- Un cantante che mi piace è un mio amico di Genova, un certo Fabrizio.
- Questi genovesi... vi volete bene, tra di voi genovesi?
- Affetto profondo. Tra l'altro ho fatto un film 3 anni fa, nel quale io ho inserito una canzone di questo ragazzo.
- Era "L'albero della Cuccagna?"
- Esatto. La canzone era "La ballata dell'eroe" di Fabrizio, che parlava appunto di questo eroe.
I due avevano anche intenzione di lavorare insieme, ma non ce ne fu il tempo.
Comunque, una collaborazione tra loro ci fu, siccome tra le carte di Luigi venne trovato un primitivo testo del "Cantico dei drogati", canzone che Fabrizio pubblicò nel 1968 nell'album "Tutti morimmo a stento".
De Andrè ha raccontato a Renzo Parodi:
"Avevamo progettato di fare un disco insieme. Ricordo che ne parlammo un giorno seduti al Baretto, in Corso Italia, ambiente notoriamente frequentato da giovani borghesi di destra. Provocatoriamente io dicevo:
- Facciamo un disco anarchico.
E Luigi ribatteva:
- No, no, facciamo un bel disco comunista.
Vedemmo almeno quattro volte 'La battaglia di Algeri' di Pontecorvo e ne discutemmo per notti intere. Per me Luigi è stato un fratello e gli sarò sempre riconoscente"
A proposito di quella serata al cinema, De Andrè raccontò a Luigi Viva:
"Ci saremmo visti venti volte in tutto. Più che amicizia era una grossa stima reciproca, tale da arrivare a prometterci di incidere un disco insieme. Una sera ci incontrammo al cinema e, dopo aver visto "La battaglia di Algeri" andammo alla Foce con la sua macchina e lì, davanti al mare, abbiamo discusso tutta la notte di colonialismo, di guerre di liberazione e del contenuto del film. Umanamente ci siamo trovati"
L'ultimo incontro tra Tenco e De Andrè avvenne pochi giorni prima del Festival di Sanremo, quando i due amici fecero le tre di mattina. De Andrè disse a Renzo Parodi:
"Mi parlò della sua angoscia di affrontare la bolgia del Festival. Mi disse:
- Non vedo l'ora che tutto questo finisca per tornare da te e mettere su uno spettacolo insieme"
Purtroppo, come sappiamo, ciò non avvenne mai, perchè qualche giorno più tardi...
"Appena saputa la notizia della sua morte, mi precipitai all'obitorio. Quando lo vidi lì disteso, con questo turbante di garza insanguinato, mi colpirono il pallore della morte e il colore viola scuro delle sue labbra carnose. Le ho ancora impresse nella mente, e le menzionai nella canzone che scrissi sull'onda di quell'emozione partendo da una poesia di un autore del Novecento francese, Francis Jammes"
Ed ecco quindi la commovente "Preghiera in gennaio", la prima delle tante canzoni dedicate a Luigi...
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